Urologo Catania

 
Il Dott. Gaetano Mazzone, urologo a Catania, svolge attività oltre che in ambito ambulatoriale, anche in degenza ordinaria ed in regime di Day Surgery. 
 
Si occupa della prevenzione, della diagnosi e della cura delle malattie a carico dell'apparato urinario e genitale maschile.
 
Vengono impiegate  le tecnologie più moderne e minimamente invasive attualmente disponibili in campo urologico.
 
 
 

UROLOGIA CATANIA , biopsia prostatica fusion

Biopsia prostatica fusion Catania

 

Solo la biopsia prostatica (asportazione di frammenti di tessuto prostatico che vengono sottoposti ad esame istologico) può fornire la diagnosi di certezza. 

In Humanitas Istituto Clinico Catanese il Dr G. Mazzone effettua, oltre la biopsia prostatica tradizionale (mapping prostatico), la biopsia con metodologia “FUSION”. Tale metodica consiste nella fusione di immagini di Risonanza Magnetica e di Ecografia transrettale; tale fusione permette di guidare i prelievi solo sulle zone sospette, evitando biopsie multiple, riducendo così il numero di punture intraprostatiche e quindi di mirare con altissima precisione il punto esatto in cui si trova e cresce il tumore.

 

CONSIDERAZIONI SUL PSA

Queste poche righe non serviranno certo a spiegare cos’è il PSA; infatti chi sta leggendo questa pagina sicuramente già è informato su cos’è il PSA e cosa sta a indicare un rialzo dei livelli ematici dell’Antigene Prostatico Specifico.

 

Solo delle considerazioni:

Quando fu scoperta questa glicoproteina si pensò di aver risolto il problema della diagnosi del carcinoma prostatico, cioè si ritenne che la formula “PSA elevato = tumore prostatico” valesse sempre e in ogni caso.

Quando poi si fu in grado di dosare, in seno al PSA totale, la frazione libera e la frazione legata, la formula di cui sopra, con il calcolo del rapporto PSA libero/PSA totale, cominciò ad assumere più valore ma mai un valore assoluto.

Tutto ciò sta ad indicare una specificità che può essere definita “media” del PSA nei confronti del carcinoma prostatico; cioè non è detto che a PSA elevato corrisponda un tumore.

 

Il resto? Prostatiti, o congestioni prostatiche temporanee, quindi patologie infiammatorie oggi frequentissime anche in età giovanile. Ma attenzione! Viceversa la formula “tumore prostatico = PSA elevato” ha praticamente valore assoluto (rarissimi i casi di carcinoma prostatico con PSA normale). Questo introduce il concetto della sensibilità del PSA nei confronti del carcinoma prostatico: siamo quasi al 100 %. Cioè, in parole povere, se c’è il tumore il PSA è elevato. Quindi, concludendo, è d’obbligo la distinzione tra specificità e sensibilità del PSA versus Tumore Prostatico (l’una del 50 % circa, l”altra del 100 % circa).

Questo spiega perché gli urologi non si accontentano mai di un solo esame istologico negativo per CaP e ripropongono (come da linee guida) altre biopsie prostatiche per escludere con sufficiente probabilità la presenza di un carcinoma prostatico. Ciò genera sconforto nel paziente, ma egli deve considerare che il tumore prostatico è oggi curabilissimo, ma, se misconosciuto, rappresenta una neoplasia insidiosa.

UROLOGIA CATANIA - Norme igienico.dietetiche nella ipertrofia prostatica

UROLOGIA CATANIA - Il Varicocele: dubbi sulla tecnica operatoria?

Scrivo sul varicocele in quanto questa patologia desta molta curiosità da parte dei giovani pazienti che ne sono affetti, i quali prima di sottoporsi ad intervento terapeutico  desiderano ottenere tutte le informazioni possibili sulla patologia. 

          Il varicocele è una patologia vascolare della pubertà ed è eccezionalmente raro prima dei 15 anni di età. La maggior parte dei varicoceli interessano lo scroto sinistro, mentre il varicocele destro isolato comprende circa il 2% dei casi. Il varicocele bilaterale incide nel 15-20 % dei casi.

         Tale patologia consiste in un aumento della pressione idrostatica  e nel reflusso di sangue venoso nel plesso pampiniforme con conseguente dilatazione venosa  ed eccessiva tortuosità delle vene stesse che avvolgono il testicolo. Il reflusso venoso è spiegato dall’assenza e/o insufficienza delle valvole della vena spermatica. La maggiore frequenza a sinistra è da attribuire allo sbocco ad angolo retto, in vena renale, della vena spermatica sinistra con maggiore trasmissione della pressione venosa sul plesso scrotale. A destra invece lo sbocco ad angolo acuto in vena cava inferiore spiega la minore incidenza della patologia a destra.

          Il varicocele determina nessuna sintomatologia o dolori vaghi (senso di pesantezza all’emiscroto);

          Il varicocele generalmente induce disfunzioni testicolari con riduzione della fertilità : la tesi più accreditata è quella dell’aumento di calore dell’ambiente scrotale con alterazione della spermatogenesi;

          Il varicocele può non indurre disfunzioni testicolari con nessuna ripercussione sulla fertilità;

          Il varicocele può favorire la congestione della prostata e quindi prostatiti ricorrenti;

          Il varicocele in tutti i casi determina progressiva riduzione volumetrica del testicolo con danno, nel tempo, anche alle cellule endocrine del testicolo.

          Dal punto di vista diagnostico l’inversione del flusso venoso rappresenta il criterio patognonomico fondamentale determinabile con l’eco-colordoppler scrotale.

          Un altro dato comune è l’incremento di gravidanze nelle partner del 30-40 % dopo terapia.

 Il varicocele oggi viene trattato con tre tecniche:

 

  • Terapia chirurgica tradizionale (incisione chirurgica di tre cm sul canale inguinale con legatura e sezione dei vasi spermatici)
  • Chirurgia laparoscopica (legatura e sezione endoscopica della vena spermatica per via addominale extraperitoneale)
  • Scleroterapia retrograda (per via venosa femorale si inserisce un cateterino che si porta fino alla vena spermatica con iniezione di sostanza sclerosante che oblitera le vene sede di reflusso.

 

Quale delle tre tecniche è da preferire?

 Per prima cosa rispondo che è sempre il medico a dover indicare quale tecnica si addice ad una particolare patologia!

Nel caso sia possibile eseguire tutte e tre le tecniche indifferentemente, il paziente, insieme al medico, sceglierà la tecnica che considera meno invasiva, considerando che il risultato si otterrà in tutti i casi.

 

UROLOGIA CATANIA - Sclerosi collo vescicale: cos'è?

La sclerosi (rigidità) del collo (ipertono o ipertrofia del collo) colpisce il giovane adulto (raramente la donna) mentre la sclerosi cicatriziale del collo subentra dopo interventi chirurgici alla prostata.

Cause
Infiammatoria. La causa più frequente è legata a prostatiti croniche , spesso con infezioni a trasmissione sessuale, non curate o mal curate, che provocano a livello delle fibre muscolari del collo un sovvertimento strutturale con perdita dell’elasticità.
Congenita. Il paziente a sempre urinato male sin da piccolo, ma la sintomatologia reale affiora attorno ai 30 anni.
Dopo chirurgia prostatica. La sclerosi cicatriziale del collo o del neocollo (post-prostatectomia radicale); dopo intervento chirurgico a cielo aperto (adenomectomia prostatica) o resezione prostatica trans-uretrale (TURP), queste ultime definite anche come “fibrosclerosi della loggia prostatica”


In tali casi, una diminuzione del flusso urinario, controllata con l’uroflussimetria, fa supporre una di queste patologie che vengono diagnosticate facilmente con un’uretroscopia ambulatoriale.



Sintomatologia
Sovrapponibile a tutte le altre ostruzioni;
- riduzione della forza del getto urinario: questo sintomo è valutato dall'Urologo con un        esame molto semplice denominato uroflussometria
- pollachiuria: cioè il bisogno di urinare spesso sia durante il giorno che di notte (nicturia)
- minzione imperiosa: cioè uno stimolo urinario impellente.


Trattamento
Il primo trattamento deve rigorosamente essere medico con utilizzo di farmaci alfa-litici. Il trattamento chirurgico, endoscopico, deve essere eseguito dopo fallimento della terapia medica. Tranne nei casi di sclerosi iatrogena (post-operatoria) informarsi prima se il paziente ha già figli, o se desidera averne altri perché dopo l’intervento si verifica eiaculazione retrograda ma nessuna conseguenza a livello della sfera sessuale e sull’erezione.

L’intervento è breve (10 minuti), e prevede una degenza di 48 ore. 

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